A sottoscriverne lo statuto, insieme al fondatore, furono eminenti studiosi e accademici: Ettore Paratore, Aldo Rossi, Nicola Ciarletta, Emilio Mariano, Guy Emile Tosi, Eurialo De Michelis e Geno Pampaloni.
Scorrere oggi i nomi dei primi soci che hanno aderito credendo nei principi dell'Istituzione, «approfondire gli studi, ricercare le fonti e i documenti che possano contribuire a una migliore conoscenza e valutazione dell'opera dannunziana, anche con riferimento agli stretti rapporti che legarono il Poeta alla sua terra natìa», induce a riflettere sulla volontà, ma anche caparbietà, di costoro di affiancare Tiboni in un'operazione culturale certo intrigante, ma non facile dal punto di vista gestionale.
Eppure Renzo De Felice, Carlo Bo, Giorgio Bárberi Squarotti, Mario Pomilio, Paolo Alatri, Franco Contini, Claudio Marabini, Ivanos Ciani, per citarne solo alcuni tra coloro che ci hanno lasciati, hanno sempre contribuito, con la loro professionalità, allo sviluppo del Centro.
Così come hanno contribuito, e continuano a farlo, importanti firme contemporanee, nazionali e internazionali, della critica, della filologia, dell'arte e della storia, che dedicano il loro interesse a Gabriele d'Annunzio, alla sua terra e alla sua epoca.
Molto fervida è stata, in questi 40 anni di vita, l'attività culturale promossa attraverso convegni, conferenze, mostre, filmati, pubblicazioni, premi letterari, riservando particolare attenzione alla presenza di D'Annunzio nel mondo.
Dalla sua fondazione ad oggi il Centro Nazionale di Studi Dannunziani ha organizzato, in Italia e all'estero, 45 convegni su temi quanto mai suggestivi, dal primo D'Annunzio giovane e il Verismo, all'ultimo D'Annunzio e l'impresa di Fiume. Nuove indagini e testimonianze, senza trascurare l'analisi delle opere fondamentali dell'Autore dal Trionfo della morte (1981) ad Elettra (2003).
Assai intensa è stata anche l'attività editoriale che ha dato vita, oltre che alla pubblicazione degli atti convegnistici, a 10 volumi monografici, di alta valenza letteraria e filologica, e - a partire dal 1982 - alla rivista «Rassegna dannunziana», giunta al 72° fascicolo.
A tutto ciò si aggiungono mostre tematiche e concerti legati alla promozione di alcuni Convegni e due video-documentari: Con D'Annunzio attraverso l'Abruzzo e D'Annunzio in Grecia, a cura di Ivanos Ciani.
Con la partecipazione dell'Università «Gabriele d'Annunzio» di Chieti, dal 2001 al 2011, il Centro Nazionale di Studi Dannunziani ha organizzato il «Premio Internazionale di Poesia Gabriele d'Annunzio», assegnato a poeti di importanza mondiale. Nel suo albo d'oro può infatti vantare personalità come Yves Bonnefoy, premiato nel 2002, Mario Luzi nel 2004, Adonis nel 2005, Hans Magnus Enzensberger nel 2006, Mark Strand nel 2007, Evgenyi Evtushenko nel 2008, Natan Zack nel 2010 e Bernard Noël nel 2011.
Celebrare oggi i 40 anni del Centro significa non solo valorizzare quel tanto che già è stato fatto, ma promuovere iniziative scientificamente mirate in grado di coinvolgere oltre agli specialisti anche il mondo della Scuola e quel pubblico eterogeneo, sempre più vasto, interessato alla figura e all'opera del Poeta abruzzese.
E soprattutto operare, in piena sinergia, con le Istituzioni regionali, provinciali e comunali abruzzesi, oltre che con la fondazione del "Vittoriale degli Italiani" e i centri nazionali e internazionali di cultura e ricerca che accolgono documentazione per lo sviluppo degli studi dannunziani.
Dal maggio 2019 il Centro Nazionale di Studi Dannunziani è presieduto da Elena Ledda.
Nato a Vasto nel 1923, ha diretto per 35 anni la RAI in Abruzzo e in Molise. È stato promotore di iniziative culturali decisive per la crescita dell'Abruzzo come i premi, gli studi e le pubblicazioni dedicati a D'Annunzio, Flaiano, Croce, Silone. Ha creato a Pescara il Centro Nazionale di Studi Dannunziani, l'Istituto Nazionale di Studi Crociani; ha stimolato la nascita del Teatro-monumento intitolato a D'Annunzio ed ha istituito, nel 1995 il Mediamuseum, luogo multimediale che unisce conservazione del passato e creazione di nuove attività legate al mondo del cinema. La sua ultima opera a favore della Cultura: la Fondazione che porta il suo nome.
Edoardo Tiboni ci ha lasciati il 13 dicembre 2017.